antonia sceglie: il luogo, il momento, il modo. costruisce ad argine di vencò il centro del suomondo, in un posto ai confini di tutto, dove mettere in scena la sua cucina di confine. impiega tutto il tempo che occorre per realizzare la sua casa, vecchia e nuova, in cui mettere insieme il vocabolario delle sue esperienze. infine sceglie il modo in cui raccontare la sua storia: nei piatti, nei pochi tavoli, nelle luci puntuali, nelle penombre.
non poteva essere altrimenti per i coltelli che volteggiano nella sua cucina: una firma che collega il luogo, in quel nord est così vero e sincero; il momento, qui ed ora; e il modo, con quel disegno lineare, senza esitazioni. un gesto sicuro che divide e separa, quasi più che tagliare: un taglio che è anche una scelta.
la cucina di antonia klugmann è la cucina della verità, la cucina dell’intorno, la cucina delle persone. asciutta nella realizzazione e articolata nel pensiero, si traduce in piccole storie che quasi accidentalmente assumono la forma di piatti, perché è la sostanza che li sostiene a fare la differenza.
il tutto si condensa in quel senso dell’esattezza che è la cifra dell’espressione di antonia: quella particolare attitudine a comprendere la misura delle proporzioni, di conoscere l’estensione del tempo e delle cose, di governarne l’apparenza e l’essenza. il sussurro che soverchia il grido, argina la fretta, all’argine. nomen omen.
I coltelli sono disegnati al netto di ogni decorazione se non quelle che già esistono in natura e non poteva essere che così: la forma, nitida al punto di essere quasi spigolosa, diventa il luogo del gesto, fermo e sicuro. Una sciabolata tra qui e l’altrove.
Il profilo delle lame cattura il metallo in forme agili e definite, folgoranti d’eleganza e fulgide d’armonia, progettate esattamente sulla misura del gesto. Coltelli agili e bilanciati, e sopra tutto proporzionati per la mano femminile: un omaggio ad Antonia che del senso della misura e delle proporzioni ha fatto un credo in cucina come nella vita. Lame leggere e ferme, che non prevedono esitazioni ma solo tagli, che in fondo sono come scelte.
Scelte che diventano selezioni, come il legno dei manici realizzati esclusivamente in Rhus Cotinus, quel sommacco che viene chiamato anche Scoteno del Carso o Albero della Nebbia, un riferimento geografico e storico di grande contenuto.
Con le tre lame della serie Coltelli Klugmann si può affrontare con sicurezza e precisione la gran parte delle preparazioni di cucina.
Lama dal profilo tipo gyuto, leggermente più appuntito e stretto, ideale anche per sfilettare, accuratamente bilanciata per donare la massima agilità nell’uso continuato e quotidiano
Una lama più lunga, per tagli più netti e precisi, rigida , che unisce versatilità e precisione. La notevole estensione non pregiudica il bilanciamento, mentre l’impugnatura diviene il fulcro ed il punto di forza. Garantisce un taglio accurato e deciso.
La lama piccola spunta dal manico con decisione, si trasforma in uno strumento di uso veloce ed infallibile nella instancabile ricerca del minimo dettaglio. Perfetto per mettere in luce le qualità più recondite di ingredienti preziosi, ma anche per l’agevole lavorazione di materie umili ma indispensabili. disponibile anche la versione “evoluzione”
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photo / christian bazzo
photo / roberto zanzot
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traduzioni / sara salvatore