fulvietto pierangelini

racconto di giulia gavagnin

 

non si sono incontrati per caso. si dovevano incontrare, o meglio, scontrare: come due mondi opposti che dal caos generano ordine. michele scendeva dalle sue montagne con un tronco di pero corvino sulle spalle, quando riceve un messaggio da un numero sconosciuto. il nome era familiare, carico di suggestione: fulvietto pierangelini. michele non lo conosceva di persona, solo di fama. sentiva che l’incontro sarebbe stato speciale, perché lui era uomo di foresta e di mare, di pesca e di caccia, di lame che sfidano tronchi d’albero e accarezzano squame ma fulvietto nella conoscenza del mare gli era nettamente superiore: forse, il più sensibile  cuoco-pescatore dello stivale. 

 

l’incontro, avvenuto di lì a poco, non poteva generare che un coltello universale, particolarmente adatto per lo sfilettamento del pesce, ma non solo. il manico è in legno di pero corvino, nel ricordo di quell’attimo unico che è stato il preludio a una grande amicizia fatta di pesca, pesci, mari e progetti. michele ne ha forgiata anche una versione senza manico in legno appositamente per l’utilizzo in barca, in  un elemento a lui inconsueto, l’acciaio inossidabile. un oggetto di puro metallo, con manico diritto e una leggera curva che lo separa dalla lama. un coltello protetto da una rarissima pelle di pesce. adatto alle intemperie, del mondo esterno e delle nostre anime.