c’era una qualche canzone degli anni in cui l’italia era un miracolo che parlava di ghiaccio bollente, furia erotica, e sguardi infuocati. a distanza di anni luce l’incontro fra michele massaro e dom sembra abbia prodotto qualcosa che potrebbe di diritto stare ai primi posti delle hit parade, anche se qui, ancorché di ghiaccio, parliamo nello specifico di lame, anzi di coltelli da ghiaccio.
massaro si sa è uomo d’ingegno, fulmina persone e problemi con lo sguardo andando portando la soluzione in prospettiva futura. in questo caso la sua idea è stata quella di sintetizzare in un unico strumento, diavolo di un fabbro!, ben tre diversi attrezzi utilizzati dai bartender: ice pick, martelletto e lama.
a questo punto non sia mai che vi venga in testa di pensare a quei multiuso dalla croce bianca o peggio ancora ai farlocchi coltelli-rambo de noatri. massaro aborre le semplificazioni e ama la sintesi: anche se incontrandolo e sentendolo parlare non sembrerebbe proprio.
come sappiamo l’ultimo fabbro sulla terra parla con la materia. prima di trasformarla la indaga a fondo, ne scruta gli equilibri, i componenti, le atomiche essenze e meraviglie. così soppesando i concetti michele ha scoperto che appesantendo il manico gli si sarebbero aperte le porte di una nuova soluzione.
complice la musica (nello specifico howli’n wolf, ruvido blues per uomini tutti d’un pezzo) michele ha battezzato la sua nuova creazione: ice rooster. un coltello dal manico che finisce con il profilo di un gallo con tanto di occhio spalancato sul mondo: la sua cresta ha la funzione di un ice pick e il becco è il martelletto. la lama, si sa, è quello: la lama.
ecco: dom gli aveva mostrato assieme forma e uso dei tre strumenti. insieme avevano pensato di unirli, di farne una sintesi: ecco ice rooster!
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