racconto di alberto del giudice
chissà come pronunciano il suo cognome in francia e in giappone, là dove simone cantafio(ò?) ha dimostrato ancora trentenne di essere un grande cuoco. in francia lo hanno cooptato michel e sébastien bras, e gli stessi lo hanno catapultato al sol levante e messo a dirigere un ristorante (due stelle michelin) con una brigata di soli giapponesi, nell’isola di hokkaido a toya. e in giappone simone si appresta a tornare per dirigere il nuovo bras karuizawa. si spera a gennaio 2021, superato l’annus horribilis del covid. eppure lo chef è riuscito a trasformare il 2020, comunque, in un annus mirabilis. come? tornando alla sua terra d’origine, la calabria, dove sembra che la sua cucina abbia trovato nuova linfa e ispirazione. seguitelo su instagram! perché la sua vera vocazione consiste proprio nel nutrire la propria fantasia culinaria con i prodotti “veraci” del territorio, che si trovi in francia, in giappone o nella magna grecia. con un passo in più, tuttavia, cioè l’arte di costruire una cucina trasversale e insieme personalissima.